Il pensiero laterale: spunti di riflessione – parte 1

L’ultima volta che scrissi sul blog, si stava avvicinando Capodanno ed io compilavo compulsivamente una lista di buone intenzioni, obiettivi e desideri. Ridevo con gli amici riflettendo sull’anno appena trascorso, rivelatosi molto diverso dalle previsioni dispensate dagli illustri astrologi televisivi…come, del resto, accade ogni anno. Nonostante ciò, un po’ di scaramanzia non guasta… e decidemmo di non leggere oroscopi prima della mezzanotte per infonderci la tranquillizzante sensazione che il libero arbitrio avrebbe di nuovo vinto la sua battaglia contro il destino scritto nelle stelle.
E così, iniziai il 2020 con la speranza di trascorrere 12 mesi straordinari.
Che dire?
Di certo non si può negare sia stato un anno fuori dall’ordinario!

(A questo punto, prima di continuare, respirerò profondamente, berrò un appagante sorso di vino e guarderò oltre l’orizzonte, seduta di fronte alla finestra, nella penombra…tanto per rendere tutto più teatrale!)

È stato un anno folle. La tentazione di definirlo catastrofico è piuttosto forte ma sono ben consapevole che non c’è limite al peggio e quindi preferisco tenermi sul vago.
Di tante sventure immaginabili, mai avrei pensato ad un virus. Mai. Piuttosto una guerra ma mai un virus; e su questo punto prende forma il mio primo spunto di riflessione: tutto può accadere, anche l’impensato.
Ed era davvero impensabile (prima del lockdown) essere costretti in casa, privati della libertà di poter circolare liberamente.
Devo ammetterlo: provai paura, incertezza; vidi il mio mondo vacillare, troppe domande restarono senza risposta ed i ritmi della vita improvvisamente ed irrimediabilmente cambiarono. Nella nuova quotidianità, la percezione del tempo sembrava diversa: i giorni presero la consistenza delle settimane e le settimane dei mesi… “Ecco” mi dissi “sto sperimentando la relatività del tempo”.

Accettando l’inevitabile (oggettivamente impossibile da combattere), sentivo la necessità di cercare qualcosa di buono da cui attingere speranza ed ho iniziato ad immaginare lunghissime estati ed inverni più brevi, momenti felici lunghi quanto una vita e giorni tristi trasformarsi in attimi. E perché no? Se è accaduto allora, può accadere ancora.

Ci sto ancora pensando e riflettendo ma non posso lasciar cadere nel vuoto l’occasione di imparare a gestire il mio tempo in termini di sensazioni e di attendere con entusiasmo tutte le meravigliose cose che accadranno nella vita (se c’è spazio per un virus…beh c’è spazio anche per 50 anni di felicità autentica)

Voi cosa ne pensate?

Arrivederci per il prossimo spunto…si parlerà di casa.

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